
Terapia cognitivo-comportamentale
La terapia cognitivo-comportamentale si basa sulla relazione esistente fra emozioni, pensieri e comportamenti e di come i nostri disagi siano influenzati da ciò.
Il comportamento e le risposte emotive e fisiologiche agli eventi esterni e alle situazioni non sono direttamente causati dagli eventi stessi o situazioni di per sé, ma dalle percezioni e interpretazioni degli stessi; ragione per cui di fronte ad un medesimo avvenimento non rispondiamo tutti allo stesso modo. Secondo la teoria cognitivo-comportamentale questa individualità, oltre a variabili come il temperamento, è dettata da un sistema di credenze su noi, gli altri e il mondo che hanno avuto origine dalle nostre esperienze di vita. Le credenze che usiamo in modo inflessibile e rigido su più contesti, anche al variare degli eventi, sono credenze disfunzionali che generano forti disagi e/o la messa in atto di comportamenti disadattivi che possono anche diventare dei veri e propri disturbi psicologici.
La terapia cognitivo- comportamentale si pone come obiettivi quelli di rendere la persona più consapevole delle credenze disfunzionali che le generano sofferenza, che le impediscono di raggiungere obiettivi sani e di mantenere relazioni interpersonali significative, al fine di metterle in discussione e renderle più flessibili e funzionali e permettere alla persona di raggiungere il suo benessere.
Mindfulness
La mindfulness è una pratica meditativa che coltiva il portare l’attenzione in modo consapevole al momento presente attraverso un atteggiamento di curiosità, accettazione e assenza di giudizio.
Il primo ad applicare la mindfulness nell’ambito clinico è stato Jon Kabat-Zinn, un biologo e professore della School of Medicine dell’Università del Massachussets che, a partire dagli anni ‘70, ha sviluppato un protocollo per introdurre la meditazione come intervento per disturbi legati allo stress e al dolore cronico (fibromialgia, ipertensione, disturbi gastrointestinali, sindrome del colon irritabile, psoriasi, malattie cardiovascolare, ecc.).
Questa pratica permette di mettere in relazione mente e corpo: sfruttare la capacità di poter modificare il nostro stato mentale attraverso il corpo, così come di modificare il nostro stato fisiologico attraverso la mente, sviluppando una mente saggia che integra sia una mente razionale che una mente emotiva.
EMDR
L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.
Esistono ricordi che, per quanto siano passati molti anni, sono molto vividi nella nostra memoria e nonostante ci sia una parte razionale che è consapevole che quello che è accaduto “non è colpa mia” oppure “non riaccadrà di nuovo”, è presente una parte emotiva che rimane comunque spaventata, arrabbiata, depressa e si riattiva tutte le volte che un evento del presente ci ricorda il trauma. L’EMDR, attraverso la desensabilizzazione dei ricordi traumatici, permette di ridurre l’intensità delle emozioni spiacevoli collegate a questi e consente così una integrazione fra la parte razionale ed emotiva. Infatti quello che spesso accade è che, se anche una parte razionale sa che sono passati molti anni, la parte emotiva sembra essere rimasta ad allora, e quindi ha bisogno di essere aiutata a lasciare il passato nel passato.
Su di me
Dove ricevo
PONTASSIEVE – Via Filicaia, 2
FIRENZE – Via Lorenzo Il Magnifico, 59